Prima ignoravamo Dio: eravamo non-conoscenti, dice il v. 8 (si potrebbe tradurre “non-vedenti”, considerato il verbo “eidon”?). Quindi, non Lo vedevamo…, finché non lo abbiamo conosciuto, e qui ci aiuta il valore ebraico del verbo conoscere: far esperienza e amare insieme. Di qui la forza del messaggio successivo: “siamo stati da Lui conosciuti” (v. 9), cioè intimamente, profondamente amati. Non ha più senso per noi osservare giorni, mesi, tempi, anni…: il credente non può affidarsi all’oroscopo o sottostare ad altre pratiche, ad altri “elementi miseri e impotenti”.
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